domenica 26 ottobre 2008
Il Papa ha celebrato la Messa conclusiva dell'assemblea e ha annunciato il suo primo viaggio in Africa.
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Non un optional. Evangelizzare, infatti, è il dovere primario del credente e, come ricorda san Paolo, «Guai a me se non predicassi il Vangelo!». Ma per «rendere efficace» questa missione, «compito prioritario della Chiesa, all’inizio di questo nuovo millennio, è innanzitutto nutrirsi della Parola di Dio». Nella Messa che domenica mattina, nella Basilica vaticana, ha solennemente chiuso i lavori del Sinodo dei vescovi su «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa», inaugurati lo scorso 5 ottobre nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, in omaggio all’apostolo delle genti, di cui quest’anno si celebra il bimillenario della nascita. E rivolgendosi, nell’omelia, ai 253 Padri sinodali e agli altri partecipanti all’Assemblea, Papa Ratzinger ha ricordato l’urgenza dell’evangelizzazione: «In quest’Anno Paolino – ha detto – facendo nostre le parole dell’Apostolo: "Guai a me se non predicassi il Vangelo", auspico di cuore che in ogni comunità si avverta con più salda convinzione quest’anelito di Paolo come vocazione al servizio del Vangelo per il mondo». Benedetto XVI, sottolineando il suo stesso richiamo rivolto all’inizio dei lavori sinodali – «la messe è molta» – ha sottolineato come queste parole di Gesù costituiscano un «appello a cui non dobbiamo mai stancarci di rispondere malgrado le difficoltà che possiamo incontrare». Infatti, ha aggiunto, «tanta gente è alla ricerca, talora persino senza rendersene conto, dell’incontro con Cristo e col suo Vangelo; tanti hanno bisogno di ritrovare in Lui il senso della loro vita. Dare chiara e condivisa testimonianza di una vita secondo la Parola di Dio, attestata da Gesù, diventa pertanto indispensabile criterio di verifica della missione della Chiesa».Al centro dell’omelia del Papa, in una solenne liturgia caratterizzata dalle molte lingue che ne hanno scandito i diversi momenti, Benedetto XVI ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato al Sinodo, esprimendo gratitudine per la loro «costante dedizione» e per «l’arricchente esperienza» che hanno portato in aula. «Un pensiero speciale – ha quindi aggiunto – va ai vescovi della Cina Continentale, che non hanno potuto essere rappresentati in questa assemblea sinodale. Desidero farmi qui interprete, e rendere grazie a Dio, del loro amore per Cristo, della loro comunione con la Chiesa universale e della loro fedeltà al Successore dell’Apostolo Pietro. Essi sono presenti nella nostra preghiera, insieme con tutti i fedeli che sono affidati alle loro cure pastorali.Chiediamo al "Pastore supremo del gregge" di dare ad essi gioia, forza e zelo apostolico per guidare con sapienza e con lungimiranza la comunità cattolica in Cina, a noi tutti così cara». Subito dopo, il Pontefice ha annunciato che «è mia intenzione recarmi nel marzo prossimo in Camerun per consegnare ai rappresentanti delle Conferenze episcopali dell’Africa l’Instrumentum laboris di tale Assemblea sinodale. Di lì proseguirò, a Dio piacendo, per l’Angola, per celebrare solennemente il 500° anniversario di evangelizzazione del Paese». «In questa celebrazione eucaristica, che chiude i lavori sinodali – ha quindi sottolineato Benedetto XVI – avvertiamo in maniera singolare il legame che esiste tra l’ascolto amorevole della Parola di Dio e il servizio disinteressato verso i fratelli. Quante volte, nei giorni scorsi, abbiamo sentito esperienze e riflessioni che evidenziano il bisogno oggi emergente di un ascolto più intimo di Dio, di una conoscenza più vera della sua parola di salvezza; di una condivisione più sincera della fede che alla mensa della parola divina si alimenta costantemente!».

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